Data di scadenza e Termine Minimo di Conservazione non sono la stessa cosa
Differenza tra data di scadenza e termine minimo di conservazione
La durabilità di un prodotto alimentare viene indicata dal termine minimo di conservazione, conosciuto anche come TMC, oppure dalla data di scadenza.
La differenza tra questi due indicazioni sta però nella deperibilità dell’alimento.
Per TMC si intende la data che determina le fine delle proprietà specifiche (in adeguate condizioni di conservazione) di un determinato prodotto. Solitamente viene anticipata da una dicitura simile a “da consumarsi preferibilmente entro il …”, oppure “da consumarsi preferibilmente entro fine …”.
Per data di scadenza invece si intende la data utilizzata su prodotti rapidamente deperibili (carne, latticini, pesce, ecc…), che se superata potrebbe costituire un pericolo per il consumatore. Solitamente viene anticipata da una dicitura simile a “da consumare entro …”, seguita da giorno, mese ed eventualmente anno. Inoltre viene quasi sempre accompagnata dalle condizioni di conservazione.
EFSA – Chi è e quali sono i suoi compiti
L’EFSA, ovvero l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, è un’agenzia dell’Unione europea istituita nel 2002 avente il fine di operare in maniera imparziale, offrendo consulenze scientifiche per i gestori del rischio e di svolgere attività di comunicazione sui rischi associati alla filiera alimentare.
Tale agenzia ha sviluppato uno strumento per aiutare gli operatori del settore alimentare a decidere quando è opportuno apporre la dicitura “da consumare entro” e “da consumare preferibilmente entro” ai loro prodotti, garantendo quindi un alto standard di sicurezza alimentare. Lo strumento in oggetto presenta la forma di un albero, infatti viene anche definito “albero decisionale”, composto da un insieme di domande a cui gli operatori del settore alimentare (OSA) devono rispondere per scoprire se l’alimento analizzato deve prevedere sulla sua confezione la data di scadenza o il termine minimo di conservazione.
Scadenza prodotto errata o assente – Le sanzioni
In caso di scadenza prodotto errata o assente le sanzioni previste dalla normativa in materia vanno da 1.000 a 8.000€. Il massimo raddoppia, arrivando a 16.000€ se la violazione riguarda carne o pesce fresco.
Il venditore invece, che commercializza prodotti scaduti rischia una sanzione da 5.000 a 40.000€.
Monitorare con attenzione tutti gli alimenti utilizzati nei ristoranti o venduti nei negozi non è facile. Tale operazione necessita di organizzazione e preparazione.
Ecco il motivo per il quale è opportuno rivolgersi a professionisti del settore, specializzati in sicurezza sul lavoro, così da ricorrere a procedure di controllo facili da attuare e soprattutto veloci. In questo modo l’operato dell’attività non verrà rallentata e l’incolumità del consumatore non verrà trascurata.
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